Zoom

Current Zoom: 100%

Evitare le dispute nell’assemblea

In molte assemblee ci sono delle dispute che provocano divisioni tra i membri. A nessuno piace la disputa e nemmeno a coloro che la provocano: la disputa piace soltanto al nemico che, in questo modo, semina la divisione tra quello che dovrebbe essere il corpo unito di Cristo. L’insegnamento della Scrittura è quello di essere un esempio per gli altri e di comportarci mormorare e senza dispute, impegnandoci piuttosto nella preghiera:

Filippesi 2:14-15 Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo

Timoteo 2:8 Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute.

 

Le dispute non servono a niente di buono ma, come dice Paolo, conducono alla rovina di chi le ascolta: il credente deve dunque evitarle: non solo non provocarle ma anche non ascoltare le discussioni che portano a dispute.

2 Timoteo 2:14 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.

2 Timoteo 2:23 Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese.

Evitare le dispute non significa accettare passivamente gli errori ma significa cambiare la visione dell’altro, sdrammatizzare la situazione o dimostrarne la falsità con amore e rispetto, spesso facendo prova di pazienza.

 

Il primo atteggiamento da avere nella radunanza è l’amore, seguito da tutti gli altri: sono questi i frutti dello Spirito che dimostrano che una persona si lascia guidare dallo Spirito Santo.

Galati 5:22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo

E’ possibile che gli altri non li manifestano tutti ma piuttosto che vedere i loro errori sta ad ognuno guardare dapprima nella sua vita e impegnarsi affinché si manifestano lì, nella sua vita. In questo modo saranno i nostri atti a dare la voglia di conoscere il nostro pensiero e la pazienza permetterà di aspettare le domande degli altri, domande che sorgeranno nel vedere il nostro comportamento diverso, un comportamento che dimostra l’osservanza di quella verità che si vuole diffondere. Solo allora si sarà in grado di insegnare senza che l’insegnamento causi dispute o divisioni: gli atti saranno dietro a dimostrare se quello che si insegna è vero oppure se è sbagliato.

 

Solo allora il credente potrà essere in posizione di autorità avendo dimostrato con le sue opere di seguire Gesù e i Suoi insegnamenti. Paolo insegna e afferma che il credente deve dapprima dedicarsi alle opere buone, poi evitare le dispute e infine ammonire:

Tito 3:8-11 Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini. 9 Ma quanto alle questioni stolte, alle genealogie, alle contese, e alle dispute intorno alla legge, evitale, perché sono inutili e vane. 10 Ammonisci l'uomo settario una volta e anche due; poi evitalo; 11 sapendo che un tal uomo è traviato e pecca, condannandosi da sé.

 

Spesso quelli che accusano gli altri di provocare le divisioni solo loro stessi coloro che le provocano quando vogliono dimostrare la loro “verità” con teorie piuttosto che con le loro opere: che ognuno eviti dunque di accusare gli altri o di vedere ciò che va male negli altri ma che ciascuno guardi a sé stesso e alla sua vita con il Signore.

Matteo 7:3 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?

 

Vale meglio allontanarsi da coloro che provocano le divisioni e cercare l’unità nell’assemblea ma allontanarsi non significa per forza abbandonare l’assemblea: può essere pure semplicemente evitare gli argomenti che dividono fino a quanto non si giunge spontaneamente nell’unità, guidati dallo Spirito Santo, e nello stesso tempo avere uno sguardo in modo tale da poter essere pronto per quando il Signore dirà di intervenire

Romani 16:17-18 Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. 18 Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.

 

Il credente deve evitare le discussioni inutili ma non deve nascondere la verità: deve piuttosto rimanere nell’ascolto e cercare di trovare un compromesso riguardo all’argomento che pone problema e alla vita nell’adunanza, per esempio dicendo: “Io credo in questo, tu credi in quello, cosa ne dice il Signore? Fintanto che non lo so, troviamo un compromesso e rimaniamo all’ascolto di Dio”.

Fintanto che è possibile dimostrare la verità con le opere, ognuno deve fare il suo possibile per dimostrare la verità con le sue opere, altrimenti deve cercare un compromesso nell’amore e nel rispetto dell’altro e di quella che è la volontà del Signore.

Così hanno fatto i primi discepoli quando hanno dovuto decidere sulla circoncisione dei pagani e l’osservanza della legge di Mosè: non avevano nessuna istruzione da parte di Gesù riguardo alla circoncisione, ne hanno discusso, Pietro ha raccontato il suo punto di vista (Atti 15:7-11), Paolo e Barnaba hanno raccontato i segni e i prodigi vissuti (Atti 15:12), Giacomo ha parlato delle profezie e del suo punto di vista(Atti 15:13-21) e infine gli apostoli e gli anziani hanno preso una decisione comune:

Atti 15:25-29 È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, 26 i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo. 27 Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose. 28 Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: 29 di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani».

 

Impariamo dunque l’ascolto e il dialogo senza ritenere gli altri nell’errore: non guardiamo subito al credo di un assemblea o di un’altra, alla denominazione o ai nomi degli uomini. Andiamo in una adunanza se il Signore ci guida, anche se la riteniamo nell’errore: forse che il Signore ci manda lì proprio per trasformarla, non tramite le nostre parole ma tramite le nostre opere.

Gesù stesso andava tra i pubblicani e i peccatori anche se sapeva che erano nell’errore: aveva con loro rapporti amicali, agiva e parlava in modo da diffondeva il Suo messaggio.

Matteo 11:18-19 Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "Ha un demonio!" 19 È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!" Ma la sapienza è stata giustificata dalle sue opere».

 

Gesù non giudicava ma dapprima dimostrava il Suo amore e la Sua compassione. A volte si permetteva di condannare e di trattare gli altri di “razza di vipere” ma la Sua vita e le Sue opere Gli davano l’autorità per farlo. Oggi tanti si permettono di giudicare il prossimo, pensando di essere nella verità ma la loro vita non può essere paragonata con la vita di Gesù: né santità, né miracoli. D’altronde chi può dire di essere nella verità e permettersi di riprendere il prossimo quando solo Gesù è la verità?

Gesù ha provato quello che insegnava tramite il suo comportamento: anche tu puoi provare quello che vuoi insegnare tramite il tuo comportamento, e questo in qualsiasi assemblea, che sia nella verità o nell’errore.

 

Alcuni diranno che bisogna riprendere i fratelli come fece Paolo con Pietro:

Galati 2:11-13 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. 12 Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. 13 E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.

Ora, se è vero che Paolo ha ripreso un suo fratello nella fede, egli ha dapprima testimoniato con la sua vita e con il suo comportamento: qualche versetto prima, in Galati 2:1 parla di 14 anni dopo, 14 anni di vita vissuta in Cristo e la vita di Paolo non è stata quella che molti vivono oggi. Inoltre ha ripreso un comportamento e non una dottrina: ha condannato l’ipocrisia. Chi vuole dunque paragonarsi con Paolo per prendere il diritto di riprendere il suo prossimo?

 

Il messaggio del vangelo non è una teoria, delle leggi ad osservare ma è vivere la vita di Cristo e lasciarlo vivere in noi.

Galati 2:20 Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Non saranno più parole a testimoniare della verità ma saranno le opere a farlo: la verità si manifesterà così da sola, che si vada in un adunanza dove c’è l’errore o in una che corrisponde ai nostri pensieri.

 

Molti si fanno chiamare credenti ma lo sono solo di nome. Sta a noi dimostrare la verità con il nostro comportamento piuttosto che fare polemiche su un argomento o su un altro con la scusa di voler diffondere la verità.

Nell’assemblea dobbiamo cercare dapprima ad imparare la pazienza e a dimostrare l’amore di Dio per coloro che molto probabilmente troveremo pure nei cieli.

 

Evitiamo le dispute ma dimostriamo la realtà divina sulla terra, in ogni luogo dove ci troviamo, con le nostre opere, un passo dopo l’altro.

 

Commenti

Aggiungi un commento

Plain text

  • Nessun tag HTML consentito.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.