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Gesù ritorna! Sei tu pronto?

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Introduzione

 

Lo scopo di questo studio è spiegare l'origine del testo delle nostre Bibbie e le manomissioni che vi sono state fatte nell'ultimo secolo ad opera di persone poco scrupolose e, cosa ancora più grave, affiliate ad organizzazioni sataniche. Lo scopo non è dunque di discreditare il Nuovo Testamento ma al contrario di denunziare ciò che sta dietro le sue traduzioni per un ritorno alla purezza nella Parola di Dio, divinamente ispirata.

Satana, il nemico di Dio, cerca di falsificarla e sottrarla ai credenti. Proprio perché è Parola di Dio, dobbiamo ritenere che l'avversario la odia e cerca di attaccarla.

E' vero che con le varie omissioni o alterazioni di parole e di versetti non viene intaccata alcuna verità fondamentale del Nuovo Testamento; Satana non s'è potuto spingere a tanto. Pur tuttavia la testimonianza biblica su molte importanti dottrine ne risulta molto impoverita. Ciò vale specialmente per quanto concerne l'insegnamento della Scrittura su Gesù Cristo, la sua Figliolanza divina e la redenzione da Lui compiuta.

Attualmente l'edizione “Nestle-Aland” (NA) del Nuovo Testamento in lingua greca, è il testo standard seguito dai traduttori e dalle Società Bibliche. Essa ha origine da un'analisi di critici testuali del XIX secolo quali Erwin Nestle, Kurt Aland Brooke, Foss Westcott e Fenton J.A. Hort. Essi pretendevano di ricostruire un migliore testo di base, più conforme al testo originale, attraverso l'esame dei singoli manoscritti e con criteri scientifici.

Ciò che bisogna sapere e che i due critici, Westcott e Hort, si impegnarono a fondo nel campo dell’occulto e dello spiritismo, fondarono club e società segrete e portarono avanti esperienze in questi campi per tutta la loro vita. Nel 1851 diedero inizio a un club: The Ghost Club o Ghostly Guild “per l’investigazione degli spiriti e di tutti i fenomeni ed effetti soprannaturali come Hort scrive nel suo libro “The Life and Letters of Fenton John Anthony Hort”, Vol. I,  pag. 211.

Il loro lavoro sul nuovo testo greco (che venne ultimato nel 1881) ebbe inizio nel 1851, lo stesso anno in cui essi diedero inizio al Ghostly Guild. Così, per tutti gli anni in cui lavorarono sul nuovo testo greco, essi portarono avanti intense esperienze e acquisirono conoscenze nel campo dell’occulto e dello spiritismo.

Da ciò che è stato detto si può affermare che vi sono state

 

 

L'origine dell'edizione Nestle-Aland:

In un'epoca in cui la scienza e la teologia subirono l’influsso crescente dell'Illuminismo, del Razionalismo e della crescente incredulità, critici testuali tra i quali Westcott e Hort pensarono di ricostruire, attraverso l'accostamento di diversi manoscritti più antichi, quello che secondo loro doveva essere il testo originale del Nuovo Testamento.  Essi utilizzarono un numero esiguo di antichi mss. della tradizione alessandrina, cioè di Alessandria d'Egitto, primi fra tutti il Codex Sinaiticus (Codice A) e il Codex Vaticanus (Codice B), ambedue del IV secolo, ritenendo che essi fossero le uniche copie fedeli dei testi originali. Tali mss. omettevano molte delle parole o interi passi contenuti nel 90% dei mss., ne sostituivano altre con oscure varianti, presentavano numerose contraddizioni ed errori di grammatica.

Questi mss. si trovano molto spesso in contrasto col testo del Nuovo Testamento fino ad allora utilizzato, il Textus Receptus; contengano frequenti errori di copiatura ma, ciò che è peggio, essi si degradano contraddicendosi ripetutamente a vicenda. Lo studioso Herman Hoskier constatò che il Sinaitico e il Vaticano si contraddicono nei vangeli in 3036 punti! Ciò corrisponderebbe a 30 contraddizioni per pagina in una normale Bibbia! Ricordiamo ciò che dice la Parola: “Molti deponevano il falso contro di lui; ma le testimonianze non erano concordi (Mc 14:56).

La caratteristica biblica di una vera testimonianza è data invece da diversi testimoni che attestano la stessa cosa. Ciò si riscontra non nei mss. egiziani ma nei circa 2500 mss. minuscoli o corsivi e i numerosi onciali (a partire dal V sec.) del Majority Text.

In Alessandria e in tutto l’Egitto erano attivi molti eretici, nemici della fede biblica, impregnati di gnosticismo, arianesimo e influenzati dalla filosofia greca. Da queste zone provengono i mss. della critica testuale, il Sinaitico e il Vaticano, come pure i mss. su papiro; una regione lontana dal luogo in cui erano stati redatti gli originali del Nuovo Testamento, cosicché i copisti difficilmente potevano mettere a confronto le loro copie con gli originali, e i lettori, da parte loro, non potevano accorgersi delle varianti. Ciò risultava invece più facile in Grecia e nell’Asia Minore, ove si trovavano le comunità di origine apostolica.

Gli gnostici non consideravano sacri e intoccabili gli scritti del Nuovo Testamento e all’occorrenza se ne servivano a proprio arbitrio. Pertanto i papiri e gli onciali alessandrini (mss. redatti in lettere maiuscole greche) rivelano grande libertà nella trascrizione della Parola di Dio. Kurt e Barbara Aland scrivono con disinvoltura che molti papiri offrono un testo “libero”, vale a dire una ricopiatura sotto diversi aspetti diversa dall’originale. Il copista della tradizione alessandrina, ci fanno sapere i due critici, si riteneva “libero di apportare le modifiche al testo, allo stile o alla grammatica, che egli riteneva giuste. Ciò soprattutto nei primi secoli, quando i testi non godevano ancora della dignità canonica che ebbero in seguito (!), e ancora di più agli inizi, quando un cristiano sapeva di essere in possesso dello Spirito Santo (!!)”.

Oggi proprio la loro edizione, l'edizione “Nestle-Aland” del Nuovo Testamento in lingua greca, è il testo standard seguito dai teologi, dai traduttori e revisori della Bibbia, dalle Società Bibliche nonché dagli istituti biblici.

Così si ebbero due linee di trasmissione del testo: da un lato, i mss. copiati da credenti rispettosi della Parola e quindi fedeli agli originali ispirati. Dall’altro quelli contrassegnati da una stesura trascurata, arbitraria ed in parte intenzionalmente falsificata.

La critica del testo:

La critica del testo fece la sua comparsa nelle chiese e fra i teologi nel XIX secolo. Essa doveva servire a dimostrare come la sola Scrittura non possa essere l'unica fonte sicura della Rivelazione. I Cristiani hanno bisogno del Magistero e della Tradizione della Chiesa Cattolica se vogliono conoscere ciò che Dio ha rivelato.

Gli sforzi della critica mirano in fondo a degradare la Bibbia. Kurt e Barbara Aland lo scrivono apertamente: “Tutti gli sforzi intrapresi per sbarazzarci del predominio del Textus Receptus sono tanto più apprezzabili quando si tiene presente che si viveva in un’epoca in cui si credeva di possedere nel Nuovo Testamento l’infallibile parola, ispirata da Dio anche nei più piccoli particolari…”.

Altrettanto arbitraria è la regola secondo cui, nel dubbio, la formulazione più breve è quella originale. In tal modo è data la preferenza ai testi alessandrini con le loro mutilazioni. Dove la Scrittura presenta due o tre testimonianze della medesima affermazione, conformemente al principio espresso in 2 Corinzi 13:1, i critici spiritualmente ciechi se ne escono col dire che la seconda e la terza testimonianza sono state aggiunte posteriormente per “armonizzare”. Dove il testo è completo e chiaro e quello alessandrino è accorciato e poco comprensibile, essi spiegano che le parole che chiariscono il significato devono essere state aggiunte più tardi. Sarebbe invece molto più logico ritenere che se tali parole si trovano in 99 testimoni e mancano in uno o due, è da questi che sono state tralasciate.

Ma tutto questo non ci meraviglia quando si sa che la scienza umana per principio nega l’esistenza e gli interventi di Dio e che deve escludere i dettami della fede dai suoi procedimenti per potersi presentare come scienza. I massimi rappresentanti della critica testuale sono per la maggior parte miscredenti che respingono l’Ispirazione e il carattere di divina Rivelazione delle Scritture.

Lo scopo dichiarato della critica razionalista è stato quello di demolire il Textus Receptus come testo standard del Nuovo Testamento, per metterne al suo posto un altro ottenuto con “metodo scientifico”. Intanto questo nuovo testo standard deve essere continuamente aggiornato, grazie a nuove teorie e criteri soggettivi, cosicché talvolta un’edizione contraddice quella precedente. Finora non è stato prodotto un testo critico sicuro.

L'ingresso di questo testo tra gli evanglici:

La Chiesa Cattolica è sempre stata nemica del “Majority text”, poi chiamato “Textus Receptus” per il Nuovo Testamento, e del “Testo masoretico” per l’Antico Testamento, ed ha invece preferito la “Vulgata” e la traduzione dei Settanta.

Per combattere il Textus Receptus, nel 1609, la Chiesa Cattolica preparò una nuova versione, la Douay, che è una cattiva traduzione della Vulgata, ed ancora più corrotta di essa.

Ma il Vaticano mirava ancor più lontano, e cioè a far infiltrare i testi corrotti anche in seno ai Protestanti e agli Evangelici.

Così le porte della Biblioteca Vaticana furono aperte anche a Westcott e Hort, il cui spirito era già  in sintonia con le dottrine e le pratiche cattoliche; e fu messo a loro disposizione il Codice Vaticano (B) , che è uno dei codici più corrotti.

In seguito Westcott e Hort modificarono il testo del Nuovo Testamento (il Textus Receptus), che per tanti secoli era stato il testo ufficiale della Cristianità, mettendo in circolazione anche tra i Protestanti e gli Evangelici un nuovo testo greco corrotto, deturpato, sfigurato e decurtato, che sotto tanti aspetti si conformava al Codice Vaticano e alle Bibbie Cattoliche.

Il risultato di tutto questo è stato tragico, perché ormai tutte le Società Bibliche, ad eccezione della Trinitarian Bible Society, hanno adottato questo testo greco corrotto e mutilato; inoltre quelle poche versioni (come la K.J.V., la Diodati e la Nuova Diodati) che stanno ancorate al Textus Receptus sono combattute e fatte oggetto di discredito.

Ovviamente tutto questo ha avuto un suo tempo di incubazione e preparazione, e il nemico ha saputo ben preparare e guidare i suoi ministri in quest’opera di inganno e di menzogna.

Lo Spirito Santo aveva fatto sapere subito e per tempo al suo popolo e alla sua Chiesa quali erano i libri ispirati tanto dell’Antico come del Nuovo Testamento. Ma la Chiesa Cattolica, guidata da un altro spirito, giunse a stabilire ufficialmente il canone completo dei libri ispirati dell’Antico Testamento solo nel 1546 col Concilio di Trento.

Lo stesso vale per il testo ispirato del Nuovo Testamento. Doveva Dio aspettare quasi 1900 anni prima di farlo conoscere alla sua Chiesa?

Il vero responsabile della manomissione del “testo originale ispirato” è stato il liberalismo, emerso con forza nel sec. XIX. Questo movimento (che è entrato anche nelle Chiese Evangeliche) ha intaccato il processo di preservazione e di fedele trasmissione delle Scritture, ed ha portato all'elaborazione e alla diffusione di un nuovo testo (per il Nuovo Testamento), manomesso, decurtato e corrotto, che spesso tralascia importanti riferimenti alla divinità di Cristo e al sangue di Gesù.

Si contrappose così al Textus Receptus un’edizione critica del Nuovo Testamento greco contenente numerose omissioni e variazioni rispetto al testo in uso da secoli. A poco a poco le trasformazioni introdotte dalla critica del testo sono penetrate nelle varie edizioni della Bibbia.

Con la pubblicazione della English Revised Version del 1881, che doveva sostituire l’Authorized Version (Bibbia di Re Giacomo) del 1611, per la prima volta venne messo a base di una grande traduzione della Bibbia un testo greco redatto secondo i princìpi della critica testuale. In Italia, nel 1916, Giovanni Luzzi revisionò con gli stessi criteri la Bibbia di Giovanni Diodati, e si ebbe la Riveduta.

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Il lettore della Bibbia può dunque disporre di due diverse specie di traduzioni del Nuovo Testamento: quelle che fanno riferimento al testo greco della Riforma (Textus Receptus) e quelle che si basano su un testo scientifico-critico, più corto e con diverse varianti (Nestle-Aland). Per la maggior parte dei lettori le differenze passano quasi inosservate. Ciò dipende in parte dal fatto che più dell’80% del testo neotestamentario non viene toccato dalle differenze.

Qualche lettore obietterà che in fondo non c'è nulla di grave: i passi cancellati non recano alcun pregiudizio alle dottrine della Scrittura, e se è stato tralasciato un versetto, se ne trovano altri analoghi.

Ma teniamo presente che la Parola di Dio è un tutto armonico, in cui ogni termine ha un suo significato. L'abolizione o il travisamento di una sola parola reca danno al tutto. E nelle Bibbie rivedute le parole cancellate o travisate sono migliaia!

Per esempio se si consultano le diverse traduzioni della Bibbia in lingua tedesca, si nota come la dicitura “Gesù Cristo, Figlio di Dio” nell'introduzione del vangelo di Marco, scomparsa dalle edizioni degli anni 50 e 60, ricompare in quelle degli anni 70 e 80.

Come si spiega? Per la 26a edizione del Nestle-Aland sono state riviste alla chetichella alcune delle più arbitrarie omissioni della 25a edizione, e quindi è stata riammessa la dicitura “il Figlio di Dio”. Tuttavia nella nostra Nuova Riveduta essa rimane confinata fra le mezze parentesi quadre; evidentemente gli esperti italiani non erano a conoscenza dell'avvenuto ripensamento.

E' solo un esempio delle “fluidità” e della relatività del testo base delle Bibbie moderne. Molte di esse riportano a piè di pagina la nota la quale avverte che un dato versetto manca nei più antichi mss. La Nuova Riveduta, come s'è visto, usa le mezze parentesi quadre per racchiudere passi o espressioni che non figurano nei manoscritti più antichi (dalla spiegazione dei segni, nell'introduzione). Con tali note o mezze parentesi si fomenta sistematicamente il dubbio sull'attendibilità della trasmissione del testo originale.

Quando vedo il versetto nelle mezze parentesi quadre o leggo che esso non si trova nei più antichi mss. (che poi si riducono al Vaticano, al Sinaitico e a 3 soli altri), mi devo domandare: Ma sono veramente parole di Gesù? Le devo prendere meno sul serio che non i versetti precedenti?

Ha Dio veramente detto?”: è il principio diabolico della critica testuale che fa capolino.

Satana, il nemico di Dio, cerca di falsificarla e sottrarla ai credenti proprio perché è Parola di Dio.  Troviamo già nella Scrittura come egli seduce Eva con una distorta citazione della Parola di Dio (Ge 3:1). Egli tenta il Signore Gesù citando a sproposito la Scrittura. Gesù stesso ci insegna che Satana cerca di portare via la Parola seminata (Mc 4:15). Paolo afferma: “Noi non falsifichiamo la parola di Dio come molti altri” (2 Co 2:17). In 2 Corinzi 4:2 parla di nuovo di quelli che falsificano la Parola. Perciò Giuda ci esorta a “combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi” (Gd 3).

In merito ai cambiamenti apportati al Textus Receptus dalla critica testuale, ecco quanto scrive Hort stesso:

Non penso che l’importanza delle variazioni sia generalmente compresa. E’ del tutto impossibile giudicare il valore di quelle che sembrano variazioni insignificanti, semplicemente leggendole una dopo l’altra. Prese nell’insieme esse hanno importanti implicazioni, che pochi sulle prime immaginerebbero”.

Quali sono le modifiche apportate al Nuovo Testamento:

Un numero spaventosamente grande di varianti presenti nei mss. alessandrini concerne il Signore nostro Gesù Cristo. Ciò non meraviglia affatto se si tiene presente che proprio la sua Persona, nei primi secoli della Chiesa, fu il bersaglio degli attacchi dei nemici di Dio. Gli gnostici e gli ariani definivano il Signore Gesù “un dio”, creato fra le altre “emanazioni” della divinità. Che Dio potesse farsi uomo, “venire in carne”, era cosa inconcepibile per questi eretici. Per altri Egli era Figlio di Dio, nel senso che come uomo era stato “adottato” da Dio.

Queste prime eresie si riflettono nelle varianti dei manoscritti preferiti dalla critica testuale. Esse riguardano prima di tutto la deità di Gesù e la sua incarnazione, dottrine che in modo assoluto ripugnavano agli gnostici ed agli ariani.

Ora è risaputo che i mss. che diminuiscono la persona di Gesù eliminando i termini che ne attestano la divinità, sono i mss. alessandrini manipolati da Origene e da Clemente d’Alessandria.

Il lavoro della critica del testo ha favorito errori quali l'Universalismo, L'Ecumenismo e l'Arianesimo attuale, quello dei Testimoni di Geova.

In sintesi le varianti concernono:

1.     Le testimonianze bibliche su Gesù Cristo che sono offuscate e indebolite.

a)    Deità di Gesù Cristo.

b)    Testimonianze sull'incarnazione del Figlio di Dio

c)    Testimonianze riguardanti la gloria e la suprema autorità di Gesù Cristo.

d)    La risurrezione e l'ascensione del Signore Gesù Cristo.

2.     Le testimonianze sulla redenzione e sulla salvezza per fede che sono offuscate.

3.    Le istruzioni riguardanti la vita cristiana che sono impoverite.

4.     Importanti avvertimenti contro l'errore che sono omessi.

5.     Cancellature a sostegno dell'universalismo e di altre eresie.

6.     Varianti a favore delle dottrine e della prassi della Chiesa Romana.

7.     Varianti che minano l'affidabilità della S. Scrittura.

8.  Dannose manomissioni.

 

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E’ necessario dunque che i credenti prendano decisamente posizione. Ne vanno di mezzo l’inviolabilità e la purezza della Parola di Dio. Possiamo tollerare più oltre che una scienza umana, la critica testuale, bistratti a proprio arbitrio la Parola ispirata?

Dio ha voluto custodire la sua Parola mediante i credenti nati di nuovo i quali, dopo la morte degli Apostoli, guidati dallo Spirito Santo, l'avrebbero trasmessa fedelmente agli altri. Ce lo indica Paolo nell'esortazione a Timoteo: “Custodisci il buon deposito che ti è stato affidato (cioè le sane parole del v. 13) mediante lo Spirito Santo che abita in noi” (2 Tm 1:14).

Lo Spirito Santo esorta i credenti “a combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi” (Giuda 3). Per questa ragione ogni credente dovrebbe impegnarsi personalmente a difendere strenuamente il deposito della fede, che è la Parola di Dio scritta, e dovrebbe opporsi con sdegno ad ogni tentativo che mira a decurtare, corrompere o modificare il testo delle Sacre Scritture.

Questo scritto s'è proposto lo scopo di stimolare a chiedersi se non sia il caso di ritornare al testo della Riforma, aggiornandolo per quanto riguarda la forma letteraria, ma lasciando intatti tutti i singoli termini e il loro esatto significato.