Image logo

Gesù ritorna! Sei tu pronto?

A- A A+

Capitolo 5

 

COSA SI CELA DIETRO LE NUOVE TRADUZIONI

E LE REVISIONI DELLA BIBBIA

 

Da quanto fin qui è stato detto, è evidente che la condanna del TR fu emessa da giudici partigiani sulla base di testimonianze poco degne di fede. E’ necessario dunque che i credenti prendano decisamente posizione. Ne vanno di mezzo l’inviolabilità e la purezza della Parola di Dio. Possiamo tollerare più oltre che una scienza umana, la critica testuale, bistratti a proprio arbitrio la Parola ispirata?

Un principio fondamentale della critica del testo è che i mss. del NT devono essere esaminati come quelli di qualsiasi documento antico. Westcott e Hort lo premettono nella loro edizione critica del NT: “I principi della critica testuale valgono per tutti i testi antichi… Occupandoci del NT, non è necessario né si giustifica alcun principio speciale”.[12]

 

Il NT viene trattato alla stregua dei mss. delle opere di Omero o di Platone. Ciò che vi era nel testo originale può essere stabilito soltanto attraverso i ragionamenti di alcuni esperti. Ebbene il credente non può mai accettare un tale generico principio scientifico. Il NT non è parola di uomo, ma è stato ispirato da Dio parola per parola, e Dio ha promesso di vigilare su di esso, come pure su tutta la Bibbia. Questa costituisce il fondamento della fede “trasmessa una volta per sempre ai santi” (Giuda 3).

Una ricerca che nega l’essenza della Scrittura quale soprannaturale rivelazione divina non può mai essere accettata dai credenti; non può neanche mettere in luce alcuna verità, essendo essa stessa fondata su una bugia. L’uomo giudice della divina rivelazione?!

Questo falso, ardito principio dovrebbe indurre ogni credente fedele alla Bibbia a rigettare le conclusioni della critica del testo, perché esse non potranno mai essere giuste.

Il punto di partenza della critica razionalista fu il rigetto del TR. Ciò che la fede considerava come autorevole Parola di Dio, fu sistematicamente messo in dubbio con la domanda satanica: «Ha Dio veramente detto?». Con sottili argomentazioni alcuni passi della Scrittura furono classificati come aggiunte tardive e manomissioni umane. I razionalisti appesero il loro cartello di “non autentico” su parole della Scrittura che, attraverso i secoli, i credenti avevano amato come care e preziose, e gliele tolsero dalla Bibbia.

 

Gli sforzi della critica mirano in fondo a degradare la Bibbia. Kurt e Barbara Aland lo scrivono apertamente: “Tutti gli sforzi intrapresi per sbarazzarci del predominio del Textus Receptus sono tanto più apprezzabili quando si tiene presente che si viveva in un’epoca in cui si credeva di possedere nel Nuovo Testamento l’infallibile parola, ispirata da Dio anche nei più piccoli particolari…”.[13]

 

All’autorità della Parola si contrappose in un primo tempo il dubbio. Una volta demolito il TR, fu innalzata l’autorità umana degli esperti. I risultati furono il dubbio e l’insicurezza fra i credenti, ed in seguito l’impoverimento e l’alterazione della Parola biblica. Sebbene si sapesse dalla storia della Chiesa che proprio i primi quattro secoli furono caratterizzati da atroci lotte dottrinali da parte di eretici che non si fermarono neppure davanti agli scritti del NT, questo fatto venne da essi sottovalutato. Westcott e Hort reputano “ che non c’è alcuna prova che il testo sia stato manomesso per fini dogmatici”.[14] Ugualmente Kurt e B. Aland riconoscono che in Egitto “in un primo tempo lo gnosticismo ebbe un ruolo importante” ma che “proprio in questa provincia si stabilì la relativamente fedele tradizione del testo normale”.[15]

L’incredula critica testuale, come chiude gli occhi davanti al carattere divino della Rivelazione, così è cieca davanti agli attacchi di Satana che, attraverso i suoi strumenti, i copisti influenzati dalle eresie, vuole deturpare e mutilare la Parola di Dio.

 

Per i critici, i mss. più antichi sono quelli migliori. In fondo, dietro questo principio c’è la predilezione inespressa e forse inconsapevole per la linea di trasmissione alessandrina, per Origene e lo gnosticismo, per la cristologia degli eretici. Hort era un ammiratore di Darwin e del cattolico Newman; insieme con Westcott aveva partecipato ad esperimenti parapsicologici e spiritistici. Ambedue simpatizzavano per la Chiesa Romana. Gli Aland definiscono alcune lettere di Paolo “deuteropaoline”, cioè apocrife.

 

Altri princìpi metodologici della critica testuale sono ugualmente discutibili dal punto di vista spirituale. Per esempio quello secondo il quale la variante più oscura, incomprensibile, è quella originale. I passi che concordano con altri e sono chiari e comprensibili, si spiegherebbero con interventi posteriori di limatura. Così si insinua che la Parola di Dio sarebbe stata in origine oscura e contraddittoria. Anche qui si palesa la radice dell’incredulità di fronte all’Ispirazione. Inoltre si trascura il fatto che per i veri credenti ogni parola del NT era ed è santa e intoccabile, e pertanto essi mai avrebbero osato aggiungervi o togliervi qualcosa (v. Ap 22:18-19 !).

 

Altrettanto arbitraria è la regola secondo cui, nel dubbio, la formulazione più breve è quella originale. In tal modo è data la preferenza ai testi alessandrini con le loro mutilazioni. Dove la Scrittura presenta due o tre testimonianze della medesima affermazione, conformemente al principio espresso in 2 Corinzi 13:1, i critici spiritualmente ciechi se ne escono col dire che la seconda e la terza testimonianza sono state aggiunte posteriormente per “armonizzare”. Dove il testo è completo e chiaro e quello alessandrino è accorciato e poco comprensibile, essi spiegano che le parole che chiariscono il significato devono essere state aggiunte più tardi. Sarebbe invece molto più logico ritenere che se tali parole si trovano in 99 testimoni e mancano in uno o due, è da questi che sono state tralasciate.

 

Ma tutto questo non ci meraviglia quando si sa che la scienza umana per principio nega l’esistenza e gli interventi di Dio e che deve escludere i dettami della fede dai suoi procedimenti per potersi presentare come scienza. I massimi rappresentanti della critica testuale sono per la maggior parte miscredenti che respingono l’Ispirazione e il carattere di divina Rivelazione delle Scritture.

 

I teologi credenti, da parte loro, devono sottostare a questo “diktat” se non vogliono discreditarsi, passare per arretrati, fanatici, gente che lavora senza criteri scientifici, non meritevole d’essere presa in considerazione.

Alla critica del testo hanno preso parte anche credenti, quali per esempio Bengel, Tregelles, Darby e Kelly. Ma ciò non toglie nulla alle nostre riserve nei riguardi della critica del testo. Bisogna poi premettere che questi uomini agirono con le migliori intenzioni, in assoluta buona fede. Il fatto è che anche credenti spiritualmente maturi possono lasciarsi fuorviare e cadere vittime di inganni. E’ da notare però che John Nelson Darby, nella sua traduzione della Bibbia, non recepì le varianti critiche che toccavano la deità di Gesù e la sua opera redentrice.

 

Il male di oggi nella Chiesa è che la maggior parte dei pastori e dottori, teologi ed evangelisti, in buona fede, si fidano delle acquisizioni della critica razionalista e danno per scontato che la più fedele traduzione della Bibbia sia quella rivista sui “più antichi manoscritti”.

 

Un comitato ecumenico di esperti

 

La base vincolante delle moderne edizioni della Bibbia è stabilita da una piccola cerchia internazionale di biblisti, fra i quali un autorevole rappresentante della Chiesa Romana. Questo gruppo di esperti, eletto dalla liberale Alleanza Mondiale delle Società Bibliche, decide ciò che milioni di credenti devono leggere nella loro Bibbia. Con la nuova edizione del NA, abbiamo a che fare con un testo ecumenico! Nel 1968, fra il Vaticano e le “United Bible Societies” furono concordate delle linee direttrici, le quali prevedono l’uso esclusivo del NA per le traduzioni del NT e per lo studio nelle scuole bibliche!

 

Quando questo alto consesso ecumenico di esperti cancella un versetto, esso viene tolto da tutte le successive edizioni della Bibbia su scala mondiale. Quando alcune parole vengono mutate, ne risentiranno le Bibbie di tutti i continenti. I credenti che decidono di usare una Bibbia di nuova traduzione o riveduta, devono fidarsi del raziocinio di persone di cui Dio dice che sono “ottenebrate nell’intelletto e non possono conoscere le cose dello Spirito di Dio, poiché esse si giudicano spiritualmente” (cfr. Ef 4:18; 1 Co 2:9-16).

 

Lo scopo dichiarato della critica razionalista è stato quello di demolire il TR come testo standard del NT, per metterne al suo posto un altro ottenuto con “metodo scientifico”. Intanto questo nuovo testo standard deve essere continuamente aggiornato, grazie a nuove teorie e criteri soggettivi, cosicché talvolta un’edizione contraddice quella precedente. Finora non è stato prodotto un testo critico sicuro.

Nel pensiero scientifico tutto è relativo. Fa parte del pensiero razionalistico mettere in dubbio ogni cosa. Un’edizione scientifica del testo è sempre il risultato provvisorio di nuove acquisizioni. Il testo è sottoposto alla discussione, all’analisi critica, e domani può essere diverso da come è oggi.

Kurt e Barbara Aland lo dicono chiaramente nella prefazione alla 26a edizione del NA: «Naturalmente il nuovo testo non è qualcosa di statico. Tutti i membri del comitato editoriale concordano sul fatto che esso viene pubblicato ad experimentum ed è aperto ad ogni variazione se si presenteranno argomenti convincenti». Un testo provvisorio del genere viene però dato come norma vincolante per la maggior parte delle Bibbie moderne.

 

I critici del testo sono sempre pronti ad introdurre nuove varianti. Se domani un Tizio qualsiasi estrarrà dalla polvere del deserto egiziano un vecchio manoscritto con vangeli falsificati dagli gnostici, può darsi che alcuni anni più tardi il lettore di una Bibbia moderna dovrà rinunziare a parole contenute in una Bibbia precedente, o le ritroverà fra le mezze parentesi quadre.

Non è una congettura campata in aria quando si pensa al polverone sollevato dai dubbi mss. della setta di Qumran. Alcune traduzioni della Bibbia contengono già cambiamenti nell’AT, grazie ai mss. di questo gruppuscolo eretico del Giudaismo. La moderna critica testuale trasforma la Parola eterna di Dio in qualcosa di fluttuante, relativo, soggetto ai “progressi della scienza”.

Il credente che usa una Bibbia riveduta sui cosiddetti antichi mss., non può essere mai sicuro se ciò che legge è o non è esattamente Parola di Dio. Senza che lo sappia, riceve la Parola nella forma accorciata, travisata dalla tradizione alessandrina, da cui sono state tolte numerose testimonianze che Dio aveva ispirate. Più avanti daremo una panoramica delle perdite che il lettore di una Bibbia critica è costretto a subire.

Qualche lettore obietterà che in fondo non c'è nulla di grave: i passi cancellati non recano alcun pregiudizio alle dottrine della Scrittura, e se è stato tralasciato un versetto, se ne trovano altri analoghi.

Ma teniamo presente che la Parola di Dio è un tutto armonico, in cui ogni termine ha un suo significato. L'abolizione o il travisamento di una sola parola reca danno al tutto. E nelle Bibbie rivedute le parole cancellate o travisate sono migliaia!

 

Non trascuriamo il principio biblico dei due o tre testimoni, che troviamo spesso nella Rivelazione neotestamentaria (cfr. 2 Co 13:1 : “Ogni parola sarà confermata per bocca di due o tre testimoni!”). Spesso le ripetizioni servono a rafforzare e a sottolineare un concetto o un’affermazione importante. Non si tratta affatto di ripetizioni superflue ma di elementi indispensabili della Rivelazione , così come ce l’ha data lo Spirito di Dio.

Quando la critica in Cl 1:14 tralascia “mediante il suo sangue”, si può obiettare: “Ma in Ef 1:7 abbiamo la stessa affermazione! Quindi nulla di grave!” Noi rispondiamo: Un momento, è successo qualcosa di grave! La critica testuale ci ha derubati della seconda testimonianza di questa preziosa affermazione. Se siamo seduti e viene un tale e ci sega una delle gambe della sedia, noi non diciamo: non fa nulla, sono rimaste le altre tre gambe! Se, durante un processo, venissero uccisi due dei tre testimoni, o venissero costretti a ritirare la loro testimonianza, ciò non verrebbe ritenuto cosa di poco conto.

Quando un critico del testo, nella sua spirituale cecità, mi toglie da Mt 18:11 l’affermazione “Poiché il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto”, o me la mette come dubbia fra parentesi, come fa la Nuova Riveduta, i credenti non dovrebbero accettarlo passivamente, ma denunziare ciò che è stato fatto: è stata tolta la seconda testimonianza a Lc 19:10, e con Lc 9:56 (altre parentesi nella Nuova Riv.) essi sono stati derubati di una terza testimonianza, cosicché questo passo tanto importante è stato drasticamente impoverito.

 

Parole ispirate che scompaiono e ricompaiono

 

Così aveva inizio il Vangelo di Marco nella Bibbia di Giovanni Diodati: “Il principio dell’evangelo di Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio”, come pure nella Bibbia di Lutero e in tutte quelle della Riforma, e perfino nella nostra Riveduta (Luzzi).

Ma nella Nuova Riveduta la qualifica di Figlio di Dio attribuita a Gesù Cristo dallo Spirito Santo all’inizio del più antico dei vangeli è stata declassata e rinchiusa fra parentesi. Il lettore deve dubitare che sia ispirata perché “manca nei più antichi manoscritti”!

Se si consultano le diverse traduzioni della Bibbia in lingua tedesca, si nota come la dicitura “Figlio di Dio”, scomparsa dalle edizioni degli anni 50 e 60, ricompare in quelle degli anni 70 e 80.

Come si spiega? Per la 26a edizione del NA sono state riviste alla chetichella alcune delle più arbitrarie omissioni della 25a edizione, e quindi è stata riammessa la dicitura “il Figlio di Dio”. Tuttavia nella nostra Nuova Riveduta essa rimane confinata fra le mezze parentesi quadre; evidentemente gli esperti italiani non erano a conoscenza dell'avvenuto ripensamento.

E' solo un esempio delle “fluidità” e della relatività del testo base delle Bibbie moderne. Molte di esse riportano a piè di pagina la nota la quale avverte che un dato versetto manca nei più antichi mss. La Nuova Riveduta, come s'è visto, usa le mezze parentesi quadre per racchiudere passi o espressioni che non figurano nei manoscritti più antichi (dalla spiegazione dei segni, nell'introduzione). Con tali note o mezze parentesi si fomenta sistematicamente il dubbio sull'attendibilità della trasmissione del testo originale. Quando Mt 17:21 mi riferisce le parole di Gesù: “Questa specie di demoni non esce se non per mezzo della preghiera e del digiuno”, ma vedo il versetto nelle mezze parentesi quadre o leggo che esso non si trova nei più antichi mss. (che poi si riducono al Vaticano, al Sinaitico e a 3 soli altri), mi devo domandare: Ma sono veramente parole di Gesù? Le devo prendere meno sul serio che non i versetti precedenti? Lo stesso dicasi, per esempio, di Mc 16:19-20. La TILC (traduzione interconfessionale in lingua corrente) parla addirittura di molti antichi mss. i quali terminerebbero col v.8 di Mc 16.

In tal modo viene lasciato alla discrezionalità del lettore se vuole ritenere ispirato o meno il passo conclusivo del Vangelo di Marco.

Ha Dio veramente detto?”: è il principio diabolico della critica testuale che fa capolino.

 

Le traduzioni in lingua corrente mostrano ancora più apertamente la loro tendenza critica. Ecco, per esempio la nota a Gv 7:53-8:11 nella TILC: “Il racconto manca nei mss. più antichi e nelle antiche traduzioni siriaca, latina ecc. Altri mss. lo mettono a conclusione del Vangelo di Giovanni. Altri invece lo collocano dopo Luca 21:38, prima del racconto della Passione.”

Non solo preziose parole ispirate vengono presentate come un'aggiunta posteriore e quindi non ispirate, ma si diffonde altresì lo scetticismo riguardo alla fedele trasmissione del testo del NT.

 

Bisogna anche rilevare come le note vengono formulate in maniera velata, ingannevole, in modo che il lettore non si accorga dell'arbitrio delle decisioni dei critici. Si evidenzia sempre il valore dei mss. qualificandoli “i migliori, i più antichi, i più attendibili...” (che poi si riducono ai soliti Sinaitico, Vaticano e altri alessandrini). Quanto sarebbe più onesto aggiungere: “... ma si trovano in molte altre centinaia di mss. provenienti da diversi altri luoghi, compresi i Codici A, W e D del V secolo”.

E' vero che con le varie omissioni o alterazioni di parole e di versetti non viene intaccata alcuna verità fondamentale del NT; Satana non s'è potuto spingere a tanto. Pur tuttavia la testimonianza biblica su molte importanti dottrine ne risulta molto impoverita. Ciò vale specialmente per quanto concerne l'insegnamento della Scrittura su Gesù Cristo, la sua Figliolanza divina e la redenzione da Lui compiuta.

Il lavoro della critica del testo ha favorito errori quali l'Universalismo, L'Ecumenismo e l'Arianesimo attuale, quello dei T.d.G.

La cosa deplorevole è che queste Bibbie vengono raccomandate da fedeli servitori di Dio, biblisti, predicatori, e ciò con le migliori intenzioni ed in perfetta buona fede. Non conoscendo i retroscena, essi hanno fiducia in un testo presentato come più fedele agli originali, mentre in realtà esso contraddice le loro convinzioni di fede.

 


[12] Citato da Pickering, Identity, p.32.

[13] Aland/Aland, Der Text…, p.21.

[14] Citato da Pickering, Identity, p.32.

[15] Aland/Aland, Der Text…, p.69.