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Testimonianza di Sadhu Sundar Singh

Nato il 3 settembre 1889 a Rampur, nel nord dell’India, il Sadhu Sundar Singh è una delle più straordinarie personalità cristiane del ventesimo secolo. Ultimogenito di una famiglia numerosa, Sundar cresce nella confortevole agiatezza permessagli dalla fortuna dei genitori. Essi lo educano devotamente nella conoscenza dei testi sacri e delle tradizioni induiste o Sikh da cui provengono. Ma è soprattutto la madre ad incoraggiarlo e a guidarlo nelle sue profonde aspirazioni spirituali. Quand’ella muore Sundar non ha che 14 anni e il desiderio di pace che ella aveva fatto nascere in lui resta inappagato. Ne il benessere materiale di cui dispone, ne l’aiuto religioso proposto da sua madre hanno potuto estinguere questa sete. Viene allora educato alla missione Presbiteriana del suo villaggio e là legge la Bibbia per la prima volta. Ma, scioccato dalle Sacre Scritture, considera il cristianesimo una religione empia e ne diviene feroce nemico, perseguitando i missionari e bruciando la Bibbia. Tuttavia la parola di Dio si fa poco a poco strada nel cuore del giovane. Nel dicembre del 1904, nella disperazione della sua ricerca spirituale costantemente insoddisfatta, supplica Dio di rivelarglisi ed è allora che Gesù gli appare.

Decide allora di consacrare la propria vita al suo Salvatore, provocando così la collera della sua famiglia che lo caccia per aver rinnegato la tradizione dei suoi avi. Comincia quindi la sua vita di discepolo, andando per il mondo ad annunciare l’evangelo. Rivestito di povertà ed umiltà, nel corso dei suoi viaggi il Sadhu Sundar Singh partecipa agli altri l’immensa ricchezza della sua vita interiore e della sua comunione con Dio. Insegna, incoraggia e fortifica il suo auditorio con una saggezza totalmente ispirata dal suo Maestro e ricca di esperienze personali straordinarie. In seguito torna in India e nel Tibet dove le persecuzioni, la prigione e la malattia non lo scoraggiano. Partito da Sabathu il 18 aprile del 1929 per un ultimo viaggio di evangelizzazione in Tibet, non tornerà. Verranno fatte numerose ricerche, due missionari inglesi seguiranno le sue tracce fino a un valico a 5000 metri ma invano. Il Sadhou Sundar Singh è scomparso, all’età di 39 anni. Contemporaneo di Tagora e di Gandhi che ha conosciuto personalmente, il Sandhu ci lascia la testimonianza di una vita feconda interamente consacrata a Dio.

 

La conversione a Cristo

Voglio raccontarvi la mia conversione. Il 16 dicembre 1904, ho buttato il fuoco Bibbia. Il 18 dicembre, ero determinato a suicidarmi al passaggio del treno delle cinque del mattino perché non riuscivo a trovare la pace; ma prima volevo ancora supplicare Dio di mostrarmi la via della salvezza. Avevo detto a mio padre: "Vengo a dirti addio. Domani mattina mi troverai morto". - "Perché ti vuoi uccidere?" Ha chiesto. "Perché l'induismo non può soddisfare la mia anima, né il denaro, né il comfort, né nessuno dei beni di questo mondo. Il tuo denaro è in grado di soddisfare i desideri del mio corpo, ma non la mia anima. Ne ho abbastanza di questa vita misera e incompleta; voglio finirne".

La mattina del giorno in cui ho deciso di suicidarsi, alle cinque, non avevo trovato la pace. Mi sono alzato alle tre, ho preso un bagno freddo e poi ho cominciato a pregare e chiedere a Dio mostrami la via della salvezza. Pensavo: "Se niente si rivela a me, se continuo a non capire, mi uccido, in modo da trovare Dio nell’altro mondo". Ho pregato senza ottenere nessuna risposta ma ho continuato, sperando di trovare la pace. Alle quattro e mezza del mattino, all'improvviso, ho visto come una grande luce nella mia stanza. Molto sorpreso, credendo in un incendio, ho aperto la porta e ho guardato, ma non c'era nessun incendio. Ho chiuso la porta e mi sono rimesso a pregare. Allora, così come in una nuvola luminosa, ho visto risplendere l’apparizione di Cristo; sembrava irradiare gloria e amore. Se si fosse trattato dell’incarnazione di una divinità indù mi sarei prostrato davanti ad essa ma era il Signore Gesù Cristo che avevo insultato pochi giorni prima.

Non potevo ancora sapere che era Lui, perché non Lo conoscevo, ma Egli mi ha detto, " Per quanto tempo ancora Mi perseguiterai? Sono morto per te; ho dato la mia vita per te ". Allora capii che una tale visione non poteva essere frutto della mia immaginazione ma che ero in presenza del Cristo vivente.  Pensai dentro di me: Gesù Cristo non è morto, Egli vive, deve essere Lui.  Tre giorni prima odiavo Gesù Cristo, bruciavo la Bibbia e improvvisamente lo vedevo lì davanti a me. In un istante, la mia vita è stata trasformata e il suo potere è stato esercitato sul mio cuore.

Allora caddi ai Suoi piedi e trovai questa pace meravigliosa che avevo cercato dappertutto. Era la gioia così ardentemente desiderata. Era il cielo stesso! Quando mi ripresi la visione era svanita, ma la pace e la gioia non mi avrebbero lasciato più.

Mi alzai in piedi. Cristo era scomparso ma io, pieno di gioia, corsi a svegliare mio padre dicendo: "Sono cristiano!". Egli non volle crederci: "Hai perso la mente! Ritorna a dormire! Prima di ieri bruciavi la Bibbia e oggi saresti un cristiano! Come è possibile?” – “Perché l’ho ​​visto! Fino ad ora ho sempre pensato: è solo un uomo che viveva 2000 anni fa! Oggi l’ho visto, Lui stesso, il Cristo vivente e voglio servirlo". Mio padre ha detto: "Ma ti stavi per uccidere!” – “Mi sono già suicidato; non sono più quel Sundar Singh ma un uomo nuovo".

E' molto difficile, in India, per un uomo appartenente ad una casta elevata diventare cristiano. Egli è immediatamente scacciato di casa e spogliato di tutti i suoi beni. Mio padre considerò come un grande disonore per la famiglia che io fossi diventato un cristiano. Mi tolsero tutti i miei vestiti e, nudo mi scacciarono dalla casa paterna in una notte molto fredda. Sono rimasto sotto un albero fino al mattino; non avevo nessuna esperienza della sofferenza: cresciuto nel lusso e in un grande comfort materiale, è stata la mia prima prova di questo genere. Mentre trovavo la mia situazione molto difficile, Satana è venuto a tentarmi: "Ieri eri in casa, ben tranquillo, installato confortevolmente e ora stai soffrendo". Allora mi sono messo a fare paragoni: in mezzo al lusso e al comfort della casa paterna non avevo pace, e ora, solo sotto un albero nella notte fredda, avevo una pace meravigliosa. E' stata la mia prima notte sotto il cielo: il mondo non avrebbe mai potuto darmi una tale pace. Cristo, il Cristo vivente, m’inondava di una gioia meravigliosa. Il freddo mi penetrava, tremavo ed ero affamato, ma avevo la sensazione di essere avvolto dalla potenza del Cristo vivente. Il nemico, il persecutore di Cristo che ero prima, era stato trasformato.

 

Sundar Singh nei ceppi

Mi ricordo il giorno in cui sono andato a predicare il Vangelo nel Nepal. I suoi abitanti non amano che si parli contro la loro religione e mi dicevano: "Tu sei qui senza il permesso del nostro re!" Ho detto loro:" In effetti, non ho ricevuto il permesso dal vostro re, ma ho quello del Re dei Re". - "Benissimo! se il tuo Re ti ha mandato, vedremo come potrà salvarti". Mi hanno messo in prigione, le mani e i piedi incatenati nei ceppi, in modo che non potessi muovermi. Hanno preso tutti i miei vestiti, ero completamente nudo e mi hanno messo su tutto il corpo delle sanguisughe che succhiavano il mio sangue. All'inizio ho sofferto e durante la prima mezz'ora ho trovato che era davvero un momento difficile. Questo sentimento proveniva dalla mia debolezza e mio Padre celeste non è venuto subito in mio soccorso. Ben presto, però, una pace meravigliosa mi ha avvolto e la Sua presenza ha fatto della mia prigione il cielo sulla terra. Non so cantare ma, in quel momento, non potevo rimanere in silenzio e per questo, in mezzo alle persecuzioni, ho cominciato a cantare degli inni di lode. Vennero a dirmi, "Che il tuo re ti salvi adesso! Eccoti in carcere ed egli non può salvarti!". Ho risposto: "Tramite la sua grazia sono libero; ho la pace nell’anima che voi non avete".

In questa prigione si trovava un uomo che aveva avuto l'opportunità di leggere il Vangelo di Marco e l’aveva strappato. Egli mi disse: "Hai abbandonato la tua religione e vorresti rovinarci tutti come te!" Egli vedeva bene che in Cristo avevo trovato una potenza di vita che aveva trasformato la mia prigione in cielo. Nel frattempo si andò a dire al governatore: "A che giova tenerlo in prigione? Fintanto che predica il suo vangelo nessuno gli faceva caso ma da quando è in carcere, molte persone lo ascoltano". Il governatore disse: "Lascialo andare; è pazzo!".

L'uomo che aveva strappato il Vangelo poi si fece avanti e disse: "Un pazzo può essere così felice? Se un pazzo possiede una tale gioia, desidero essere pazzo anch’io e mi auguro questo non solo per me ma per il mondo intero". Egli venne da me e mi disse: "Perdonami!" Gli dissi di venire al Salvatore per trovare il perdono e qualche tempo dopo quell'uomo ha chiesto di essere battezzato, avendo trovato la pace e la gioia perfetta.

C’è davvero una grande differenza tra la "vita" e la "vita in abbondanza". Con la grazia di Cristo noi riceviamo una vita abbondante e la prova di questa vita è la gioia che riempie i nostri cuori.

Commenti

Gloria lode ed adorazione al nostro straordinario Dio creatore per tutte le generazioni nei secoli dei secoli!

Da stefano (non verificato)

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