La Bibbia dichiara ripetutamente, e con forza, che il ritorno del Signore sarà improvviso e che nessuno conosce il giorno o l’ora della fine dei tempi. Ma se il rapimento avvenisse sette anni prima della fine, migliaia di persone ne potrebbero prevedere la data esatta! Tutto quello che dovrebbero fare è contare sette anni da quando tutti i bambini e i credenti sono “scomparsi”. E se vi fosse ancora qualche dubbio, sarebbe sufficiente una visita al cimitero per verificare con assoluta certezza che il rapimento ha avuto luogo. Guardando nella tomba di qualche devoto credente o di qualche bambino morto di recente e trovandola vuota, ci si renderebbe subito conto che la risurrezione è avvenuta. Non ci vorrebbe molto affinché migliaia di persone possano calcolare in questo modo la data esatta della fine del mondo. Ma dal momento che la Scrittura insegna che nessuno conosce né il giorno né l’ora della fine, è chiaro che il rapimento non può essere un avvenimento diverso che accade sette anni prima della fine.*
* (Nota del traduttore: Un autore dice espressamente che “quelli che leggeranno la Scrittura potranno prevedere il termine della Grande Tribolazione: (Apocalisse 13:5)” (René Pache, Il ritorno di Gesù Cristo, p.95). Qualunque cosa i 42 mesi di Apocalisse 13:5 vogliano dire, di certo non possono stabilire l’esatta data del ritorno visibile di Cristo. Questo lascerebbe intendere che qualcuno sarà in grado di conoscere il giorno in cui il Signore verrà, cosa che contraddirebbe quanto palesemente rivelato dal resto della Parola sia da Gesù sia dagli apostoli!)
La descrizione di Gesù non lascia spazio all’idea di due eventi separati. “Il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l’opera sua” (Matteo 16:27). Questo non può riferirsi a una venuta segreta di Gesù da solo, poiché Egli viene in gloria con gli angeli. In questa venuta ciascuno riceve secondo l’opera sua. Questo non può accordarsi con l’idea del rapimento come un fatto precedente, perché altrimenti vorrebbe dire che molti sarebbero già stati presi dal mondo e premiati.
“Se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli” (Marco 8:38). Se Gesù venisse da solo in segreto, sarebbe quello il momento in cui si vergognerebbe del comportamento di alcune persone. Perché dovrebbe dire che queste cose accadrebbero alla sua venuta in gloria con gli angeli?
I credenti di Tessalonica soffrivano “persecuzioni e afflizioni” ed erano “afflitti” dai non credenti (2 Tessalonicesi 1:4,7). Ma Paolo li incoraggiava con la verità che essi avrebbero ricevuto “riposo” dai loro guai “quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio” poiché “verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi” (vedi 2 Tessalonicesi 1:7-10).
In questo passo, come negli altri, il premio per i giusti e la condanna degli increduli sono avvenimenti che si intrecciano, accadendo entrambi allo stesso tempo, alla venuta del Signore. Notiamo inoltre che quando Gesù torna per liberare i suoi redenti dalle loro afflizioni, egli viene “in un fuoco fiammeggiante”. Altro che rapimento segreto!
Due fasi di una sola venuta?
Per quanto mi riguarda, cominciai a studiare la Bibbia, inclusa la profezia, quando ero ancora molto giovane. Durante gli anni della mia adolescenza ero spinto, come le persone di Berea (Atti 17:11) ad esaminare “ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così”. La maggior parte dei credenti che allora conoscevo erano stati influenzati dall’interpretazione “dispensazionalista” della profezia per cui Gesù sarebbe tornato ancora due volte: prima per rapire in segreto la chiesa e sette anni dopo in gloria e potenza alla fine dei tempi. Io sapevo che Gesù era venuto la prima volta e che “apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:28), ma dove insegnavano le Scritture una terza venuta di Cristo? Naturalmente per lo più non si parlava di una terza venuta; era meglio dire che c’erano “due fasi” dell’unica seconda venuta.
Questo modo di parlare mi sembrava strano, come se fosse stato aggiunto qualcosa per far quadrare qualche teoria. Se il rapimento è una “fase” separata dalla venuta di Cristo in gloria, mi chiedevo come ciascuna delle due “fasi” potesse essere la seconda venuta. Se si tratta di due avvenimenti distinti, separati da diversi anni, una venuta che segue la seconda venuta sarebbe la terza! Ma nella Scrittura non trovavo mai riferimenti a una terza venuta, o non leggevo di “venute” (al plurale), e naturalmente sarebbe una contraddizione parlare di “due seconde venute”.
Nel tentativo di spiegare questa evidente difficoltà, alcuni scrittori dispensazionalisti sostengono che “il rapimento” non è la seconda venuta del Signore. Uno di loro così si esprime: “Propriamente parlando il rapimento NON È AFFATTO LA SECONDA VENUTA. La seconda venuta è la rivelazione locale, corporale, visibile di Cristo nelle nuvole del cielo mentre torna sulla terra… con grande potenza e gloria”.
E un altro ancora: “L’evento eccezionale che segnerà sia la fine del giorno di grazia sia l’inizio della Grande Tribolazione è il rapimento della chiesa… QUESTO AVVENIMENTO NON È LA SECONDA VENUTA DI CRISTO. Piuttosto questo è il rapimento o la raccolta della vera chiesa”.
Ma cercare di considerare il rapimento come un fatto precedente e separato dalla seconda venuta di Gesù sembra una cosa poco ragionevole e incoerente con altri insegnamenti della Scrittura. Gesù disse: “Perciò, anche voi siate pronti; perché nell’ora che non pensate il Figlio dell’uomo verrà” (Matteo 24:44). Perché Gesù dovrebbe ammonirci sull’importanza di essere pronti per la sua VENUTA, se il rapimento avverrebbe prima della sua venuta?
Nella parabola delle mine, raccontata da Gesù, il padrone dice ai servi: “Fatele fruttare fino al mio RITORNO (letteralmente VENUTA)” (Luca 19:13). Come può la chiesa essere impegnata e far fruttare metaforicamente qualcosa fino alla sua venuta (o al suo ritorno) se essa verrà rapita sette anni prima della sua venuta? Gesù disse: “Io tornerò (letteralmente VERRÒ DI NUOVO) e vi accoglierò presso di me” (Giovanni 14:3). Questo vuole semplicemente dire che il momento in cui Gesù accoglie i suoi presso di Sé è quando ritorna, quindi non avviene sette anni prima della sua venuta!
In perfetta armonia con l’insegnamento di Gesù, anche gli apostoli ammonivano: “Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla VENUTA del Signore… ancora un brevissimo tempo e colui che deve VENIRE VERRÀ e non tarderà” (Giacomo 5:7; Ebrei 10:36,37). Di nuovo, perché esortare i fratelli a essere pazienti fino alla VENUTA del Signore, se la loro vera speranza consiste nel rapimento della chiesa prima della sua venuta?
L’apostolo Paolo parla dei credenti che aspettano “la MANIFESTAZIONE del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Corinzi 1:7). Se egli fosse stato convinto che i credenti sarebbero stati rapiti di nascosto sette anni prima della manifestazione del Signore, perché non ci parla piuttosto dei credenti che aspettano il rapimento?
Certamente Paolo non considera il rapimento come qualcosa di separato e distinto dalla venuta di Gesù. Perfino nel classico passo del “rapimento” parla dei credenti portati via nelle nuvole alla VENUTA del Signore! (1 Tessalonicesi 4:16). Considerando quanto esposto finora troviamo che sia una forzatura affermare che il rapimento non è la venuta del Signore.
Seguito: LE PAROLE GRECHE DISTINGUONO I DUE EVENTI
Studio completo: Studio approfondito sul rapimento segreto della chiesa