Poco prima della sua morte, Gesù disse queste parole ai suoi discepoli: “Nel mondo avrete tribolazione…” (Giovanni 16:33). Nei versetti seguenti leggiamo la preghiera di Gesù per i discepoli: “Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno” (Giovanni 17:15).
Anche se non sarebbe stato facile schierarsi con Cristo, anche se sarebbe stata perseguitata, anche se nel mondo avrebbe sperimentato tribolazioni, Gesù non pregò che la chiesa fosse tolta dal mondo! La chiesa doveva rimanere nel mondo pur non essendo del mondo.
Alcuni potrebbero pensare che questo si riferisca ai discepoli di allora, vicini a Gesù, ma non è così. “Non prego soltanto per questi – continua Gesù – ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola” (v.20). In questo versetto non siamo forse inclusi anche noi oggi? Non abbiamo noi creduto in Cristo per mezzo della parola tramandata a noi da questi discepoli di allora? Certamente! E allora Gesù pregava anche per noi! Egli ha pregato perché fossimo preservati dal male del mondo, ma non ha pregato che fossimo tolti via dal mondo, ben sapendo che avremmo avuto tribolazioni e prove!
Sarebbe diverso se Gesù avesse detto: “Nel mondo ci sarà tribolazione… ma io pregherò affinché voi siate tolti via dal mondo”. In tal caso coloro che insegnano che il rapimento avverrà prima della tribolazione avrebbero una base per la loro posizione e questo versetto sarebbe citato spesso come una conferma. Ma poiché il versetto dice proprio l’opposto, ci sembra ovvio che questo neghi chiaramente l’idea di una venuta speciale, “segreta” di Cristo per portare via la chiesa dal mondo.
Insieme fino alla fine
Piuttosto che essere tolta dal mondo, Gesù insegnò che i credenti sarebbero rimasti nel mondo con un compito ben preciso: predicare il Vangelo. Il grande mandato ai discepoli era di “andare … e fare discepoli tutti i popoli” con la Sua promessa “Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:19,20).
Per quanto tempo la chiesa dovrebbe stare nel mondo per adempiere questo comando divino? L’implicazione è che questa missione continuerà fino alla fine del tempo. Certo sembrerebbe strano se il piano di Dio avesse previsto di rimuovere la chiesa sette anni prima della fine! Una simile promessa non avrebbe senso se alla fine dei tempi la chiesa non sarebbe più stata sulla terra.
Nei capitoli precedenti del Vangelo di Matteo, Gesù aveva ribadito la stessa cosa. Raccontò la parabola di un uomo che seminò del buon seme nel suo campo, ma un nemico seminò della zizzania in mezzo al grano. Quando l’erba cominciò a germogliare, i servi si accorsero di cosa era successo e chiesero se dovevano cogliere la zizzania. Ma il padrone rispose: “Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e al tempo della mèsse, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasce per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio” (Matteo 23:24-30).
Non c’è da speculare per quanto riguarda la corretta interpretazione della parabola, poiché Gesù stesso ci dà la spiegazione. Il buon seme, il grano, viene seminato dal “Figlio dell’uomo”, Gesù Cristo. Le zizzanie, i figli del maligno, sono seminati dal nemico, cioè il “diavolo”. Grano e zizzanie vengono seminati nello stesso campo, “il mondo” (vv. 37-39).
“Come dunque le zizzanie si raccolgono e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, e li getteranno nella fornace ardente… Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (vv. 40-43). È evidente che il momento della separazione fra coloro che commettono l’iniquità e i giusti è alla fine!
Gesù disse che ENTRAMBI sarebbero cresciuti INSIEME fino alla FINE e ALLORA ci sarà la mietitura con la grande separazione. La Bibbia insegna questo. Ma la dottrina del rapimento della chiesa cosiddetta “pre-tribolazione” dice che entrambi NON cresceranno insieme nel campo fino alla fine dei tempi, poiché afferma che il grano sarà raccolto prima e sarà separato dalla zizzania sette anni prima della fine!
Secondo una nota nella Bibbia di Scofield (Scofield Reference Bible), “Alla fine di questa età (v.40) la zizzania viene separata per essere bruciata, ma prima il grano viene raccolto nel granaio”. Ma se qualcosa viene “prima” dovrebbe essere il giudizio sugli increduli, poiché la parabola dice: “Cogliete PRIMA le zizzanie” per bruciarle “ma il grano raccoglietelo nel mio granaio” (Matteo 13:30). Allora? La Scrittura dice “Prima le zizzanie”, la nota nella Bibbia Scofield dice l’opposto! Questo modo di torcere le parole non aiuta molto a sostenere il punto di vista pretribolazione.
Leggendo oltre, in Matteo 13, Gesù paragona il regno di Dio a una rete gettata in mare. Essa raccoglie pesce di ogni genere, buono e cattivo. Alla fine il buon pesce viene conservato mentre il pesce cattivo viene buttato via. Quando dovrebbe avvenire questa grande separazione? “Così avverrà ALLA FINE dell'età presente. Verranno gli angeli e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente” (Matteo 13:47-50).
Gesù paragona il tempo del suo ritorno anche ai giorni di Lot. “Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva” – tutte cose che si facevano normalmente ogni giorno senza che nessuno si aspettasse una catastrofe – “ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà manifestato” (Luca 17:28-30). Lot, il credente, fu risparmiato mentre gli increduli furono distrutti. Allo stesso modo quando Cristo ritornerà, i credenti saranno risparmiati (presi al volo per incontrare il Signore nell’aria!) mentre in quel giorno il mondo sarà distrutto.
Nulla in questo brano ci suggerisce l'idea che Lot uscì da Sodoma sette anni prima che la città fu distrutta. Queste cose accaddero nello stesso giorno.
Infine Gesù paragona il suo ritorno ai giorni di Noè e del diluvio. “Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti (li fece perire tutti, Luca 17:27), così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo. Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato” (Matteo 24:37-42).
Anche se il mondo è stato precedentemente distrutto dal diluvio, Pietro ci informa che la prossima distruzione del mondo avverrà per mezzo del fuoco. "Il mondo di allora, sommerso dall'acqua, peri; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio" (2 Pietro 3:6,7).
Pietro aveva sentito dalle labbra di Gesù la promessa: "Tornerò e vi accoglierò presso di me" (Giovanni 14:3). Col passare degli anni alcuni cominciarono a schernire i credenti dicendo: "Dov'è la promessa della sua venuta?" A questo Pietro rispose: "Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa... il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate" (2 Pietro 3:10,11). Ecco come Pietro descrive quel che Gesù aveva definito "la fine dell'età presente".
Pietro continua: “Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!” (vv.11,12). Naturalmente non sembra che Pietro pensasse che i credenti sarebbero stati portati via dal mondo sette anni prima della fine. Perché li avrebbe esortati ad “attendere” la venuta del giorno di Dio quando i cieli si sarebbero dissolti? Perché parlare della fine, se la loro vera speranza sarebbe stato un evento sette anni prima? Secondo Pietro, “la venuta del Signore”, “il giorno del Signore come un ladro” è il tempo in cui i cieli passeranno via e la terra si scioglierà col fuoco. E secondo l’apostolo Paolo “il giorno del Signore” che viene “come un ladro nella notte” avviene contemporaneamente al rapimento della chiesa: “Il Signore stesso… scenderà dal cielo… noi viventi che saremo rimasti, verremo rapiti… sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria… Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno Pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso… e non scamperanno” (1 Tessalonicesi 4:16 – 5:3).
Anche se fa parte di due capitoli diversi, questo brano è collegato insieme dallo stesso argomento. Non c’è il minimo accenno che lasci intuire che il rapimento sia un fatto separato dalla distruzione del mondo al tempo della fine.
Cielo e terra passeranno
Gesù si esprime in modo definitivo circa quei giorni adoperando le parole: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo… Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà” (Matteo 24:36-42). Se i credenti devono “vegliare” in vista di quel giorno in cui il cielo e la terra passeranno via, è evidente che non potevano essere presi e portati via dal mondo sette anni prima.
Perfino l’antico patriarca Giobbe sembra affermare che la risurrezione non può avere luogo fino a che cielo e terra esistono. “L’uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira e dov’è egli? … così l’uomo giace e non risorge più; finché non vi siano più cieli egli non si risveglierà, né sarà destato dal suo sonno” (Giobbe 14:10-12; 19:26,27). Espressioni tipo “finché non vi siano più cieli”, “i cieli e la terra passeranno stridendo”, “il cielo e la terra passeranno” sembrano indicare proprio la fine delle cose come noi le conosciamo. Fino a quel tempo i morti non saranno risuscitati.
Anche Marta credeva che il fratello Lazzaro sarebbe risuscitato “nella risurrezione, NELL'ULTIMO GIORNO” (Giovanni 11:24). Questa non era semplice speculazione da parte sua, poiché Gesù stesso dichiarava ripetutamente che la risurrezione sarebbe avvenuta “NELL'ULTIMO GIORNO” (Giovanni 6:39,40,44,54). Dal momento che il rapimento coincide con lo stesso tempo della risurrezione dei morti in Cristo (1 Tessalonicesi 4:16,17), è evidente che il rapimento della chiesa avverrà nell’ultimo giorno e non sette anni prima dell’ultimo giorno!
Nel grande capitolo della risurrezione (1 Corinzi 15), ci viene detto che queste cose avverranno “al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati” (vv.51,52). Sappiamo anche che in questo “ultimo giorno”, al suono dell’"ultima tromba”, “l’ultimo nemico” sarà distrutto. Paolo dice “l’ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte” (v.26).
Accadrà tutto “in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno…allora”, cioè al momento della risurrezione dei morti e del rapimento dei credenti viventi “allora sarà adempiuta la parola che è scritta: ...La morte è stata sommersa nella vittoria” (vv. 52-54).
Seguito: LA RISURREZIONE DEI MARTIRI
Studio completo: Studio approfondito sul rapimento segreto della chiesa