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Caro fratello, ho iniziato a risponderti ma poi ho deciso di scrivere un articolo più completo che pubblicherò prossimamente sul sito (questo articolo).

 

Non penso proprio che il peccato sia la spina nel fianco del credente (e di te in particolare) perché questo pensiero ci conduce ad avere una visione rassegnata piuttosto che lottare contro il peccato. Il credente deve lottare semplicemente perché ha una vittoria da acquistare nei confronti della carne e della natura peccaminosa.

 

Il diavolo è forte nell’attaccarci nei punti dove avremo dei sentimenti di vergogna perché in tal modo non parleremo agli altri fratelli della schiavitù in cui viviamo e non riusciremo a liberarcene. Saremo allora riempiti da sentimenti di colpa che ci condurranno ancora più nel peccato.

 

Invece testimoniando di quello che viviamo incoraggeremo gli altri a fare lo stesso e comprenderemo che non siamo soli in questa lotta. Ciò permetterà di vincere il sentimento di colpa e continuare a lottare contro il nemico, incoraggiandoci l’un l’altro.

 

Come anche lo fai notare tu, sono pochi coloro che osano confessare il peccato e il diavolo ne approfitta perché la vittoria la otteniamo tramite il sangue di Gesù e tramite la nostra testimonianza (Apo. 12:11)

 

Per questo ho in progetto di pubblicare anche la mia testimonianza su come Gesù mi ha reso libero dal peccato. Oggi ho la scelta di peccare ma ho capito che posso resistere perché Dio non permetterà che sia tentato al disopra delle mie forze.

 

Come la farfalla deve lottare e soffrire prima di uscire dal bozzolo, così anche noi dobbiamo lottare e soffrire in modo da essere pronti a raggiungere l’altro mondo. C’è una lotta da compiere nella mente e nella carne ma questa lotta ci servirà per prepararci alla vita eterna.

 

Una farfalla che viene aiutata ad uscire dal bozzolo non potrà mai volare: il Signore conosce la nostra situazione ma permette certe cose affinché fossimo pronti per quello che ha serbato per noi nel futuro.

 

Che il Signore ti guidi nelle tue lotti quotidiane e come Giovanni ti dico:

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. (1 Giovanni 2:1)

 

Aggiungo un versetto che una volta ricevetti per un fratello mentre ero in preghiera: Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati (Luca 5:20)

Non sapevo come dirglielo perchè non lo vedevo vivere nel peccato e non volevo offenderlo ma poi presi il coraggio, gli dissi che il Signore mi aveva dato questo versetto per lui. Allora egli mi disse: Ti ringrazio tantissimo. Ero in preghiera ed era proprio questa la risposta che aspettavo.

 

Dio vuole che viviamo nella santità ma conosce ogni nostra debolezza e conosce il nostro cuore. Non vuole lasciarci sotto la condanna ma vuole che abbiamo un’attitudine di figli di Dio, figli che guardano con fede la soluzione che il Padre loro ha previsto e che non guardano le difficoltà come qualcosa di insuperabile.

 

Una volta che abbiamo coscienza di dover vivere nella santità, senza peccare, rischiamo di focalizzarci sul peccato ed allora cadiamo di nuovo nel peccato. La cosa da fare e focalizzarsi sempre più su Dio e il peccato non avrà più importanza.

 

Coloro che vivono molto vicino a Dio non peccano più ma raccontano di vivere esperienze talmente forti nella presenza di Dio che tutto il resto passa in secondo piano.

Risposta fatta prima di scrivere questo articolo: grazie per la domanda che ha avuto come conseguenza l'articolo più sopra.

Da garisma

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