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Era la volontà di Dio che il male entri nel mondo?

Affermare che Dio abbia decretato l'ingresso del peccato nel Suo universo, e che Egli ne abbia prestabilito i frutti e le modalità, significa dire qualcosa che, a prima vista, può sorprendere eppure è molto più sorprendente affermare che il peccato abbia invaso la creazione di Dio contro la Sua volontà: in tal caso dove andrebbe a finire la Sua onnipotenza?

No, riconoscere che Dio abbia prestabilito tutte le attività del male, significa vederlo come Governatore (e non vittima) del peccato: è la Sua volontà a determinarne l'esercizio, il Suo potere a mettervi un limite.

Salmo 135:6 Il SIGNORE fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli oceani.

 

Dio non è né l'ispiratore né colui che infonde il peccato in alcuna delle Sue creature, ma Egli è il suo Signore. Ciò significa che la gestione del male e dei malvagi, da parte di Dio, è così intera che essi non possono fare nulla se non quello che Egli ha determinato dall'eternità come dover essere fatto.

 

Per comprendere questa volontà di Dio bisogna dapprima ricordarci ed affermare senza alcun'ombra di dubbio che tutto ciò che Egli fa o permette, è giusto, retto e buono per il semplice fatto che Dio lo faccia o lo permetta.

Sebbene non sia possibile che da Dio emani mai qualcosa di contrario alla Sua santità ed alla sua giustizia, ciononostante Egli ha ordinato, per i Suoi giusti fini, che le Sue creature cadessero nel peccato. Se il peccato non fosse mai stato permesso, in che modo si sarebbe manifestata la giustizia di Dio nel punirlo? In che modo la sapienza di Dio avrebbe potuto manifestarsi per sconfiggerla nel modo più totale? In che modo avrebbe potuto la grazia di Dio esercitarsi nel perdonarlo? In che modo avrebbe potuto essere esercitata la potenza di Dio nel sottometterlo?

 

Una prova impressionante del fatto che Gesù riconosca il decreto divino al riguardo del peccato, è come Egli si comporta con Giuda. Gesù sapeva benissimo che Giuda lo avrebbe tradito, eppure non leggiamo mai che Egli ne abbia fatto rimostranze. Al contrario, Egli gli dice: "Quello che devi fare, fallo presto" (Giovanni 13:27).

Notate come Egli dica questo dopo che egli aveva ricevuto il boccone e che satana avesse preso possesso del suo cuore. Giuda era già preparato e determinato a tradire il Signore e quindi Gesù, con atto permissivo, piegandosi alla volontà del Padre, lo esortò ad andare ed adempiere quell'orribile gesto.

 

Dio non è l'autore del peccato, e benché il peccato sia contrario alla Sua santa natura, eppure la sua esistenza ed le sue opere non sono contrarie alla Sua volontà, ma sottomesse ad essa. Dio non tenta mai un uomo con il peccato, ma ha, secondo i Suoi eterni consigli (che ora esegue) determinato il suo corso.

 

Inoltre, sebbene Dio abbia decretato il peccato dell'uomo, l'uomo è l'unico responsabile di commetterlo e Dio non può essere rimproverato per questo. È stupefacente come questi due lati della questione siano portati assieme da un'affermazione del Cristo stesso: "Guai al mondo a causa degli scandali! Perché è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene!" (Matteo 18:7).

In questo modo, sebbene tutto ciò che avvenne al Calvario fosse avvenuto: "Per il determinato consiglio e la prescienza di Dio" (Atti 2:23), ciononostante, "mani malvagie" crocifissero il Signore della gloria, e, di conseguenza, giustamente il Suo sangue è ricaduto su di loro e sui loro figli.

 

Dio ha dunque decretato l'ingresso del peccato nel Suo universo, sebbene la Sua santa natura odi il peccato e lo aborrisca nel modo più totale. Però, essendo il peccato uno dei mezzi per i quali Egli intende che siano raggiunti i fini da Lui stabiliti, Egli ha tollerato che esso vi entrasse.

 

Nello stesso tempo, se Dio ha fatto entrare il male nel mondo, Egli aveva anche previsto un mezzo per uscirne: Gesù Cristo come Unico Salvatore. L’essere umano deve fare la scelta giusta ed è responsabile quando non la fa!

E’ per questo che ogni essere umano ha, malgrado tutto, una piena e intera responsabilità se commette il male sulla terra e se non accetta l’unico Salvatore quale mezzo per essere riconciliato con Dio.

 

Se Dio non avesse voluto che il male entri nel mondo, allora avrebbe messo degli angeli a proteggere l’albero della conoscenza del bene e del male in modo che Adamo ed Eva non ne mangino così come in seguito ha protetto l’albero della vita.

Se Dio non avesse voluto che il male entri nel mondo, allora avrebbe impedito che il diavolo venisse a tentare Eva: lo avrebbe incatenato oppure, nella sua Onniscienza, lo avrebbe bloccato quando tentava l’essere che Egli aveva creato.

Credere il contrario significa credere che Dio sia stupido e impotente nei confronti del diavolo e del male. Oppure significa affermare che Dio sia cattivo lasciando il diavolo libero di tentare l’essere umano, legandolo poi soltanto per mille anni e liberandolo nuovamente qualche tempo dopo...

Apocalisse 20:7-8 Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra...

Perchè Dio non getta già oggi satana nello stagno di fuoco? Perchè aspetta, lo lega poi lo scioglie, poi lo lega di nuovo? Non è forse che questa è la Sua volontà? Se accettiamo questo, perchè non accettiamo che Egli stesso abbia permesso che il male entri nel mondo liberando satana a un certo momento?

 

Dobbiamo dunque credere con certezza che Dio ha il pieno controllo su ogni cosa, che la Sua intelligenza è superiore a qualsiasi creatura (diavolo compreso) e che la Sua Onniscienza gli permette di avere, in anticipo, il controllo su ogni cosa e su ogni avvenimento! La Sua volontà non è sempre chiara per noi esseri umani ma quando permette una difficoltà, Egli prepara anche il mezzo per superarlo.

1 Corinzi 10:13 Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.

 

Commenti

funziona?ok.bisogna innanzitutto distinguere il male di cui l'uomo é responsabile(ammesso il libero arbitrio dal male provocato dagli eventi naturali.
la sofferenza interroga,chiede ragione.Cosa facciamo? ha detto Papa Francesco rivolto a Dio dopo il terremoto del centro Italia.Sembra un modo soft di chiedere:perché?Ma il credente non chiede perché.Davanti a fatti che come questi interrogano la risposta l'ha data Kierkegaard(e altri prima di lui):credo quia absurdum credo perché é assurdo.
È l'unica risposta possibile.Il piano divino per il mondo contiene anche l'assurdo.Il credo é la fede di Abramo disposto a uccidere il figlio per ubbidire al comando di Dio(di cui parla Kierkegaard in Timore e Tremore),di chi accetta il paradosso del Dio sommamente buono che crea un mondo in ui c'è la sofferenza degli innocenti(spunto dlle mie riflessioni)
Nel mondo animale vige la legge della giungla.Il forte uccide il debole per domare la fame.Che dignità ha la gazzella che tenta invano di sfuggire al leone?Le stelle che esplodono o che come il nostro sole si spengono lentamente,la Terra che ogni tanto si dà una scrollata in attesa del prossimo meteorite(sembra che un meteorite ha provocata una tale cataclisma da far sparire i dinosauri)cosa c'é di ammirevole in tutto questo?Questo il disegno intelligente,l'orologio che richiama l'orologiaio?La somma benevolenza,il fine buono,l'armonia del creato di cui parlano Aristotele Spinoza e gli Stoici?
Veniamo al male di cui é responsabile l'uomo
Oppure tutto é conseguenza del peccato originale?L'uomo che vuole essere simile a Dio,disubbidisce,la punizione,la cacciata,la caduta.Ma la gazzella quale é il suo peccato originale?O paga per quello dell'uomo?
La sofferenza degli innocenti(l'orfano che piange per la madre perita nel terremoto)é il prezzo da pagare per il peccato originale?O anche l'innocenza é andata persa nella caduta?Dura da accettare anche per chi crede che il Dio dei cristiani a un certo punto della storia si é incarnato per soccorrere la sua creatura prediletta,quella creata "a sua immagine e somiglianza"per redimerla dal peccato.E prima?E poi perché proprio 2000 anni fa e proprio in Palestina?Già il Popolo Eletto,la Terra Promessa.Perché non gli Eschimesi e la Groenlandia?Difficile da capire.
Acquisita la fede,ambiente cattolico(subito il battesimo se no in caso di decesso é il Limbo)prima o poi non é posibile non farsi queste domande.E allora ci si accorge che la fede non é solo quella acquisita in modo quasi naturale ma é un grande problema un problema molto serio.Impossibile non avvertire un disagio un disorientamento,le certezze vacillano.È il momento in cui o si crede perché é assurdo o si perde quella che credevamo essere la fede.E un bel mattino ci si sveglia agnostici.Ma é un brutto risveglio.Vivere senza le certezze perdute,le preghiere recitate sin da bambino,ma anche la fede vissute,quella che aiuta nei momenti difficili,l'antidoto alla sofferenza di cui parla il Manzoni.Tutto é più complicato e anche qui c'è un prezzo da pagare: anche senza interlocutore rimane l'assurdo della sofferenza degli innocenti,la vita é una lotteria.Inutile chiedere perché perché non ci sono risposte.Il metro con cui ci misuriamo é solo la nostra coscienza e sappiamo quanto é cultura-dipendente.Il famoso "senza Dio tutto é permesso" di Dostoevskj.È una grande sfida ed é ineluttabile.E l'uomo é fragile, poter contare solo sulle proprie forze é un carico forse troppo pesante arrischia di soccombere.
Che dire? ammirare i credenti dalla fede cristallina(ma quanti sono),quelli non sfiorati dal dubbio forse perché quelle domande non se le fanno mai(in ogni caso accettano l'assurdo che chiamano mistero)che riescono a vivere sereni nelle tempeste della vita anche se peccatori incalliti?Che dalle tante confessioni i calli li hanno sulle ginocchia.
Ammirare l'ateo puro e duro a sua volta non sfiorato dal dubbio perché soddisfatto dalle risposte della ragione che per lui sono certezze?Posizione scomoda quella dell'agnostico,il vero non credente,sufficientemente scettico da rifiutare qualsiasi dogma(la sua certezza è il sapere di non sapere)che percorre il suo cammino alla ricerca di risposte che forse non arriveranno mai

Da bernardino damonti (non verificato)

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