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Evitare le cattive influenze o contaminare gli altri?

Se le nostre opere testimoniano di quello che vogliamo annunciare e di quella che è la verità, non abbiamo più nessuna paura di andare in un adunanza dove ci sono degli errori perché la nostra luce scaccerà naturalmente le tenebre del luogo e faremo “un’opera buona”.

In qualunque luogo andiamo, andiamoci non con la paura di esserne contaminati ma andiamoci con lo scopo di guadagnare coloro che sono nell’errore, seguendo l’esempio di Paolo:

1 Corinzi 9:19-23 Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; 20 con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; 21 con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. 22 Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. 23 E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri.

 

Non si tratta di diventare come gli altri ma di vivere nella santità in un ambiente contaminato testimoniando di essere figli di luce: dapprima con le opere, evitando di cadere nelle dispute e nei vani ragionamenti.

Efesini 5:6-10 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. 7 Non siate dunque loro compagni; 8 perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce 9 - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - 10 esaminando che cosa sia gradito al Signore.

Non si tratta di evitare gli altri ma si tratta di non comportarsi come loro: la luce non può essere tenebre ma se va nelle tenebre finirà per scacciarle: la luce deve andare nelle tenebre per manifestare ciò che si faceva prima nell’oscurità.

Efesini 5:11-13 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. 13 Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste

Come denunciare qualcosa di cui è vergognoso perfino di parlarne? Non parlandone, non diffondendo le tenebre ma rivelandole con la luce, con le opere di luce.

 

Una volta che il peccato è dimostrato attraverso la luce, attraverso il nostro comportamento santo, allora si può ammonire, riprendere e correggere ma non ci sarà più nemmeno bisogno di farlo: quando si ha la convinzione del peccato nel cuore, le parole di condanna non servono più, servono le parole di luce e di vita.

 

E’ per questo che rimanere nell’isolamento per non contaminarsi con gli errori degli altri equivale a vivere ancora come gli ebrei, un popolo messo a parte, santificato, che viveva sempre nella paura di essere contaminato dagli altri e dal peccato.

Nell’antica alleanza si era contaminati facendo certe cose, oggi, nella nuova alleanza, colui che è santo santifica l’altro.

1 Corinzi 7:14 perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre ora sono santi.

Ne deduco che colui che è nella verità finirà con il santificare l’altro e uno solo, sotto l’influenza dello Spirito, è capace di trasformare un’assemblea intera.

 

Gesù ha insegnato ad andare in tutte le nazioni, dappertutto, perché la buona notizia del regno è per tutti, anche per coloro che hanno delle dottrine diverse.

Marco 16:15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.

Matteo 28:19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli …

 

Come Gesù bisogna essere mossi da compassione e toccare l’altro, senza paura, ma ripieni di misericordia, senza paura di toccare colui che è “impuro”:

Marco 1:40-42 Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!» 41 Gesù, impietositosi, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio; sii purificato!» 42 E subito la lebbra sparì da lui, e fu purificato.

 

Perché dunque privarsi di santificare l’altro, soprattutto se l’alto lo si ritroverà nel cielo?

Non parlo di andare all’adunanza con i cattolici, con i TdG o con altri che non mettono Gesù al centro anche se non ci sarebbe nessun male a farlo: l’importante è andare dove il Signore vuole, con la coscienza di santificare l’altro e non con la paura di esserne contaminati. Inoltre bisogna andarci ripieni di amore e compassione per il prossimo, con un atteggiamento umile e rispettoso e con lo scopo di testimoniare dapprima con gli atti, manifestando non più la propria natura ma Cristo che vive in sé.

 

Perché tu vorresti preservarti dall’errore lasciando gli altri esserne contaminati? Vacci anche se soltanto con lo scopo di condurli alla verità: se loro sono nella verità, sarai tu ad esserne trasformato. Non privarti di ciò che il Signore vuole darti.

Ma ricordati: in ogni caso evita le dispute dottrinali e dimostra di amare il tuo prossimo. A colui che ti chiederà cosa credi non nasconderlo: egli sarà sorpreso come tu, che non sei d’accordo, non ti sei imposto, non hai condannato ma hai dimostrato l’amore di Cristo.

 

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